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Mi tuffo non mi tuffo 2 (il sequel)

11 agosto 2012

 

La parola al cittadino:

Cristina Piccinini

Se in queste ultime settimane un cittadino massese, o un turista, volesse conoscere lo stato reale delle acque del litorale apuano, potrebbe cadere un po’ in confusione.
Sfogliando i quotidiani in queste ultime settimane, prima si legge che le nostre acque sono meravigliose e cristalline come quelle dei Caraibi, poi si viene a conoscenza che l’ARPAT ( agenzia regionale per la protezione ambiente della Toscana) rileva in una sua campionatura un inquinamento delle acque del mare da alga tossica (Ostreopsis Ovata) pari a 20 volte il limite massimo dato dal Ministero della Salute ( il che comporterebbe un avviso alla popolazione che però non viene dato).
In seguito si viene a conoscenza di uno sversamento notturno di fanghi di lavorazione (ovvero liquami trattati probabilmente con candeggina) nel torrente Frigido, con conseguente scarico di tutto in mare, poiché le vasche di melma, ricca di escrementi, che si erano formate nel fiume (ormai secco per la scarsa portata estiva) e che Arpat aveva intimato ai gestori del depuratore di svuotare, sono rimaste stagnanti nel letto del torrente ad attendere stancamente quel poco di corrente per potersi meglio disperdere “allegramente” in mare.
In rete, sul sito del Comune di Massa, si apprende dall’assessore Ofretti che il mare massese è eccellente, mentre il Comune di Carrara si affretta a dire che le alghe tossiche da loro non ci sono e che quindi non sussistono rischi per la popolazione. Bene per i carrarini, ma i massesi?
Al mare non sono rari i malesseri di bambini, con febbre, mal di testa, a volte problemi respiratori o gastrointestinali. E si sentono male tutti negli stessi giorni, ovvero quando l’alga tossica è in piena fioritura e può fare danni anche solo per inalazione, poiché viene sollevata dal cosiddetto aerosol marino, ricco dello iodio che fa tanto bene ai piccoli. E’ più semplice pensare che si tratti di una insolazione, peraltro collettiva, ma chi può escludere che non si tratti di casi di intossicazione da alga tossica? Certo non si tratta di una patologia letale, ha un decorso rapido di un giorno o due, ma perchè minimizzare? Perchè noi cittadini amanti del mare dobbiamo subire l’inalazione di una microrganismo tossico, e farla subire ai bambini, senza porci delle domande, senza lamentare il fatto che una vacanza non deve comportare rischi per la salute pubblica, nemmeno minimi, soprattutto per i bimbi?
Insomma le mamme non sono affatto tranquille. E quelle che affollano la spiaggia libera in fondo al viale Roma arrivano al punto di far fare il bagno ai loro bimbi dentro l’acqua, peraltro stagnante e sporca, della fontana con le vele di marmo di piazza Bad Kissingen. Come dire “tra il mare e una fontana acquitrinosa, si sceglie il male minore….”.
La situazione generale è inquietante. I mezzi di informazione però ci fanno sapere che le onde di Marina di Massa sono pulitissime, che non c’è nulla da temere e si tratta solo di alghe (si, ma quali alghe? Tossiche?)
Facendo delle piccole ricerche si scopre che Arpat effettua, come da disposizione Europea, dei prelievi quindicinali di monitoraggio delle acque, e che gli esami effettuati riguardano solo l’alga tossica Ostreopsis Ovata, l’escherichia coli e gli enterococchi, ovvero ciò che è necessario per confermare la balneabilità del mare.
Le date dei prelievi di acqua non sono a sorpresa, ma vengono pianificate prima dell’inizio della stagione turistica e l’orario in cui gli stessi prelievi vengono effettuati è in genere il medesimo per ogni campionamento.
C’è quasi da farsi venire in mente un piccolo dubbio…se io dovessi scaricare nel Frigido un pochino di schifezza certo non lo farei i giorni prima dell’arrivo dell’Arpat, ma per fortuna io non devo scaricare nulla e non ho quindi da fare certi calcoli ( peraltro semplicissimi).
Mi viene spontaneo chiedermi perché la balneabilità dell’acqua venga prima di qualsiasi altra cosa, perché sia più importante continuare a dichiarare che la qualità dell’acqua è superba, quando basta fare il bagno in mare o semplicemente camminare dove l’onda si infrange per rendersi conto che così non è. La gente sa riconoscere la differenza tra una foglietta verde di un’alga innocua e un escremento ben formato che galleggia sul pelo dell’acqua!
E in nome di una stagione balneare da promuovere sempre e comunque, c’è chi attacca i cittadini che vogliono fare analisi indipendenti delle acque del mare, come se non fosse un sacrosanto diritto sapere esattamente in cosa facciamo immergere i nostri bambini e ci immergiamo noi.
Non è un fatto politico, ma è un problema di sopravvivenza.
E’ giusto sapere come stanno le cose, perché se il mare è davvero pulito siamo tutti più contenti e sollevati, ma se invece il mare è sporco vorrà dire che si andrà in piscina.
E’ anche una questione di rispetto, rispetto per chi spende ( e i prezzi non sono bassi) per un posto in spiaggia, per chi decide di fare le ferie qui, per chi aspetta la bella stagione per godersi la sua costa con l’intento di passare giorni piacevoli, rilassanti, sani.
Forse se ci si concentrasse sulla persona e non sul meccanismo del turismo tutto sarebbe più semplice.
Forse se i campioni di acqua fossero presi senza preavviso, le analisi potrebbero godere di una maggiore attendibilità.
Forse se la qualità dell’acqua non fosse limitata alla sola indagine sulla sua balneabilità si potrebbe avere una immagine più completa di ciò che c’è nel nostro mare.
Forse se non ci fosse una così evidente incongruenza tra ciò che ci viene detto dai mezzi di informazione e ciò che i nostri occhi vedono in mare ci si potrebbe fidare di più dei dati che ci vengono forniti.
Forse se la politica non inquinasse, lei per prima, ogni fatto cercando di manipolarlo per diffamare, strumentalizzare, usare e trarne un vantaggio, le cose nel nostro Comune potrebbero andare un po’ meglio.
Forse.
Intanto io continuo a non tuffarmi e faccio le mie riflessioni.
Tante.
E non sono la sola…

La “Parola al cittadino” è uno spazio libero messo a disposizione dei cittadini dal Blog

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3 commenti leave one →
  1. patrizia permalink
    12 agosto 2012 09:45

    è sconcertante constatare come ci stanno abituando a considerare normale ciò che normale non è e come noi stessi , vuoi per disinformazione, inconsapevolezza o indifferenza, ci accontentiamo di fare il bagno in acque visibilmente sporche, di respirare aria inquinata, di avere un cielo sempre bianchiccio o solcato da scie, di mangiare cibi adulterati e artificiali , di essere manipolati in ogni aspetto della nostra vita….come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto ? dove ci siamo persi ? Credo che sia urgente recuperare il RISPETTO per noi stessi , oltre che per tutti gli altri esseri viventi , per la natura, l’arte , le idee altrui e così,forse ,ritroveremo la nostra umanità !!

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  2. Carlo permalink
    12 agosto 2012 17:49

    Bella storia quella dei controlli programmati! Anche se basta fare una passeggiata sulla battigia per rendersi conto della situazione del nostro mare, non mi tufferei nemmeno se garantissero la sterilità. Hanno un bel cantare sulle pagine dei giornali assessori e tirapiedi, che ci vadano loro a fare il bagno! Non ho mai sentito i gestori degli stabilimenti balneari protestare per avere un mare pulito, si sono svegliati solo ora perchè gli sfilano le rendite di posizione. Ognuno difende il proprio interessino senza capire che quello collettivo è anche il loro, che miopia!!

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  3. 25 agosto 2012 16:20

    non mi stupisce più di tanto considerando che quest’anno sono state levate le bandiere blu a tutte le spiagge apuane. Il segnale di degrado era già arrivato , questa è una forte conferma di quanto il denaro venga prima della salute….

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