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Fioccano le privatizzazioni in città

1 febbraio 2012

 Dopo la recente scelta del Consiglio Comunale di affidare la gestione dei rifiuti ad un’unica società per i 111 comuni che compongono il territorio dell’Ato Toscana Costa e che verrà presto privatizzata… altre privatizzazioni incombono sulla città di Massa: quella di Evam.

Negli ultimi anni la vendita di Evam è spesso balzata alle cronache locali e, seppur con modalità diverse, è sempre sembrata ineluttabile ed impellente ed ora ci risiamo con l’appiglio del recente “decreto liberalizzazioni”.
Le dichiarazioni sulla volontà di vendita da parte del sindaco Pucci sono passate nel silenzio dei partiti presenti in Consiglio Comunale, anche se alcuni dei quali avevano sostenuto il Si al referendum del giugno scorso che ha decretato in maniera inequivocabile la volontà dei cittadini di non mercificare la risorsa Acqua, bene comune.
Ricordiamo a tutti, partiti e cittadini, che le fonti alle quali attinge Evam sono un bene della collettività massese e pertanto la titolarità deve rimanere ad essa.
In poche parole Evam deve essere uno strumento per mantenere il possesso delle concessioni di utilizzo dell’acqua ed evitarne lo sfruttamento da parte di multinazionali senza scrupoli verso il nostro territorio. Il recente rifiorire dell’azienda dovuto ad una buona gestione è, attualmente e per il futuro, garanzia di tutela dei posti di lavoro e della sua profittabilità.
Visto che neanche un anno fa il consiglio comunale aveva espresso la propria opinione in proposito in una delibera, che sotto pubblichiamo, con la quale si impegnava tutto l’apparato amministrativo a riportare l’Evam alla sua missione originaria, ci chiediamo se è il sindaco che ha deciso di non tenere in nessuna considerazione la volontà consiliare oppure se è intervenuto qualcosa a far cambiare idea a tutti quanti.

ATTO di CONSIGLIO del 24/02/2011 n. 11
Impegna il Sindaco e l’Amministrazione
A intraprendere tutte le azioni necessarie a riportare la società EVAM SpA all’interno della
missione originaria di ente per la valorizzazione delle acque oligominerali del Monte Belvedere, affinché possano emergere le caratteristiche che, dalla sua costituzione la rendono ente strategico per le finalità istituzionali del Comune di Massa, in quanto volano per lo sviluppo economico e sociale delle frazioni montane, in una visione dell’acqua quale elemento di sintesi della qualità complessiva dell’ambiente dal quale sgorga

La via d’uscita, se ci fosse la volontà politica, sarebbe quella di abbandonare la forma giuridica della SpA, liberandoci dai vincoli degli obblighi di legge e dalle logiche di mercato, per essere riconvertita a fini culturali e sociali.
A nostro avviso gli utili potrebbero essere usati per risolvere le gravi emergenze del territorio: rischio idrogeologico, le nostre montagne sono state profondamente ferite da frane dovute proprio all’incuria ed ancora gli abitanti vivono nel disagio e nell’insicurezza. Non vendere l’Evam ad una multinazionale significa anche proteggere il nostro territorio montano da trivellazioni e sfruttamento intensivo, basti pensare alla distruzione incontrollata degli agri marmiferi.
Il Movimento 5 Stelle pur essendo contrario all’uso e alla mercificazione dell’acqua in bottiglia, ritiene importante trasformare l’Evam come ente pubblico per salvaguardare i posti di lavoro, le fonti e come risorsa locale, da commercializzare esclusivamente in ottica di filiera corta e solidale, puntando per il futuro alla riattivazione dell’ecologico vuoto a rendere.
Dopo aver chiaramente espresso la propria volontà con il referendum, sarebbero favorevoli i cittadini massesi a cedere a qualche multinazionale un’azienda, resa nuovamente profittevole, con un’acqua dalle caratteristiche di pregio uniche in Italia ?

3 commenti leave one →
  1. patrizia permalink
    3 febbraio 2012 12:25

    si può portare il sondaggio al banchetto o fare una raccolta firme ?

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  2. daniela permalink
    3 febbraio 2012 12:45

    Penso che sia arrivato il momento di battersi per qualcosa di estremamente importante!
    C’è chi lo fa contro un ponte o contro un tunnel….noi per la nostra acqua (bene primario).
    Abbiamo vinto un referendum ….facciamo valere i nostri diritti.
    Daniela

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  3. pier luigi permalink
    4 febbraio 2012 18:45

    Penso che ci possano essere varie soluzioni per superare questo problema, ma l’importante è che la proprietà, lo sfruttamento e l’utile restino alla città e alla sua popolazione.Consiglio la creazione di un Comittato di cittadini e più giudizio alle prossime votazioni.

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